Dasvideniel: ildeniel e i russi di Guildford

martedì, novembre 29, 2005

Coincidenze

I'm on my way
Out on my own again
I'm on my way
Out on the road again


Questo è quello che cantano gli Iron Maiden in Wildest Dreams, canzone che io e Misha ci spariamo in continuazione. O meglio, lui la spara dal piano di sopra, ed io ne usufruisco dal piano di sotto o dal bagno prospiciente la sua stanza. E oggi ha alcuni significati particolari. Primo fra tutti, Misha è quasi alla fine del restauro della sua automobile dopo l'incidente. Praticamente senza alcuno strumento adatto, il nostro si è messo a lavorare tutti i pomeriggi per due settimane, è andato dallo sfasciacarrozze, ha sostituito completamente le sospensioni posteriori, i dischi, i bracci. Tutto da solo. Non sa stare senza lavorare manualmente, è la sua natura. La macchina non può camminare ancora, ma potete scommettere che lo farà presto. Io la maggior parte delle volte gli faccio visita qui fuori casa nostra, dove lavora a ridosso dello zero Celsius. Sono contento per lui. Oggi pomeriggio gli faccio "Andiamo a farci una corsa?" e lui accetta. Ovviamente lui non sa del precedente post e di Sabato pomeriggio, di quello che ho pensato. Lo faccio guidare, perché, reclama, ha meno fiato e deve essere lui a fare il passo. Lui mi porta nella stessa foresta. Solo che ora è notte fonda, non si vede un accidente. Lo seguo a qualche metro, mi indica gli ostacoli. Stavolta si mescola alla paura di inciampare in qualche cosa, il pensiero di quello che ci siamo detti negli ultimi giorni (mi sta anche coinvolgendo in un suo articolo sull'intelligenza artificiale, e ci stiamo scambiando un monte di informazioni, non è escluso che pubblicheremo qualcosa in comune, sarebbe bello). Ed in silenzio, questa volta solo per una ventina di minuti, continuiamo la nostra corsa fino a casa. Ci fermiamo a recuperare. Mentre, di spalle, come al solito, facciamo stretching, mi dice "You know, Deniel, I feel great now. The silence of the forest, the darkness, the wood around me... I feel like they are speaking to me and I am speaking to them. I feel great". Misha non può vedere il mio largo sorriso. Né mai saprà quanto sovrapposti sono stati i nostri pensieri. Mi volto e gli rifilo una pacca sulla spalla. Questa volta sembra accettare anche il mio "Thank you, comrade!".