Dasvideniel: ildeniel e i russi di Guildford

giovedì, novembre 10, 2005

Cento di questi post(s)

Oggi questo blog festeggia il suo centesimo post. Vi ringrazio tutti perché all'inizio non credevo che Dasvideniel avrebbe avuto visitatori affezionati e partecipi come voi. Un ringraziamento particolare va a tutti quelli che leggono periodicamente il diario senza lasciare un messaggio. So che ce n'è più d'uno. Ovviamente a me va benissimo così, ma credo non ci sia bisogno di dirvi che un commentino, anche ino ino ino, sarebbe graditissimo. Per il futuro prossimo ho in mente di fare un mini-sondaggio-censimento per capire chi siamo e che cosa vogliamo da Dasvideniel. Datemi un attimo di tempo...
Avrete notato che questa settimana è stata povera di commenti da parte mia e ho avuto i miei buoni motivi lavorativi. Così recupero con un post lunghetto. Ci sono delle novità in cantiere: prima di tutto vi annuncio che i prossimi tre weekends avrà luogo una staffetta di solidarietà in aiuto dell'esule deniel: dopo Paolo, che sarà qui domani, verranno Francesca il venerdì successivo ed Arianna quello ancora seguente. Che bello: lavorare duro la settimana in attesa dei vostri arrivi per il week end. Se volete prendere parte a questa staffetta siete i benvenuti. Anzi, fatelo, per piacere.
Come vi ho detto la settimana è stata pizante dal punto di vista lavorativo. L'articolo che sto scrivendo è quasi pronto, e forse a metà della prossima settimana potrò iniziare la trafila burocratica per la pubblicazione. Ma è stata una settimana proficua dal punto di vista di "altre matematiche". Sono stato coinvolto infatti nella correzione delle esercitazioni di alcuni studenti (cosa che faccio sempre con molto piacere e che mi ripaga ben più della fatica spesa). Che ci siano studenti entusiasti di capire e di parlare, di confrontarsi, serve molto. La genuina passione di alcuni di loro aiuta a sentirsi meno soli (nella stessa passione) e conferisce a questa esperienza inglese un po' di significato. Lasciarsi circondare da loro e dalle loro domande, niente affatto banali, sta diventando una necessità ed insieme un modo per guardarsi indietro (i docenti ai quali devo tutto hanno la caratteristica comune della disponibilità e della voglia di rimettersi in gioco in ogni momento). Con Sasha abbiamo proposto inoltre al dipartimento di organizzare noi una serie di seminari, nei quali parleremo dei nostri risultati dopo il primo anno di lavoro. Sarà un progetto di lunga durata, che ci vedrà coinvolti come speakers in primo luogo e poi come organizzatori per i seminari di altri PhD. Il dipartimento è entusiasta. Oltre a questo, sempre insieme con Sasha abbiamo risolto un quesito poiuttosto complicato lasciato dal capo della Facoltà di Scienze della nostra Università nell'ambito dell'iniziativa Corridor mathematics (la nostra è quella del primo Novembre, e non lasciatevi ingannare dall'apparente sinteticità e semplicità di quello che vedete). In stile molto inglese, infatti, il nostro dipartimento è tappezzato di lavagne anche nei corridoi e nelle stanze comuni (cucina). Così ogni tanto qualcuno si diverte a lasciare un problema da risolvere. Questa volta l'autore della domanda è una alta carica. Io e Sasha abbiamo letto la domanda (sfere e calcolo delle probabilità, una nostra vecchia, mai dimenticata passione) e praticamente non abbiamo saputo smettere di pensarci per due notti. Il fatto è che dando un'occhiata ad ogni singola altra lavagna del dipartimento, si poteva capire che l'intero staff (professori, ricercatori, dottorandi) stava passando notti bianche sulla stessa domanda (veramente interessante, devo dire). Quando con Sasha abbiamo scritto la soluzione, in due ore tutto il dipartimento stava correggendola e verificando i risultati. Se pensate che vi abbia scritto tutto questo per vanità e superbia, spero che vi ricrederete se vi dico che la soddisfazione più grande di tutte per noi (ed il motivo per cui ve ne parlo) è che la nostra soluzione era SBAGLIATA. Proprio così: abbiamo affrontato il problema in modo giusto, messo in luce il corretto procedimento logico e formale per arrivare al risultato e portato avanti i calcoli correttamente, ma al penultimo passaggio abbiamo usato un teorema che forse non era applicabile in quel contesto. La correzione ci arriva da Henk, un docente esperto in teoria ergodica (chi sa cos'è, sa che livello di astrazione bisogna raggiungere per parlare di matematica con uno che si occupa di ergodicità). Lui dice di aver ottenuto un risultato leggermente diverso seguendo una strada completamente diversa. Stiamo un'ora intera a parlare con lui, che non aveva capito il nostro procedimento. Nel farlo, noi stessi ci rendiamo conto del nostro errore, lo correggiamo insieme con lui, confrontiamo di nuovo i nostri risultati... sono ancora diversi. Passiamo una mezz'ora a visionare questa volta la sua versione della soluzione, insieme troviamo un errore anche lì. Lo corregge ed i risultati, finalmente, sono congruenti. Ecco, questa ora e mezzo di discussione è quello che mi ha spinto a scriverne. Il gusto di avere sbagliato, il gusto di avere costruito un pezzetto minuscolo (francamente insignificante) di conoscenza plasmandolo in coro, continuamente mettendosi in gioco ed imparando dai propri errori, intervenendo su quelli altrui con l'unico obiettivo di arrivare ad una conclusione coerente, omnicomprensiva, simmetrica, in una parola bella, è una soddisfazione d'altri tempi. Ha un qualcosa di nobile e forse non si riesce a spiegarlo a dovere. Ovviamente questo può anche prescindere dalla matematica in sè, visto che un approccio volto all'interazione e al dialogo è presupposto fondamentale per una discussione ben posta, in ogni contesto. Solo che con la matematica è più facile convincersi dei propri errori, perché questo gergo fatto di implicazioni e simboli coerenti, spoglio della dialettica che infesta a volte le discussioni su un tema generico, mette a nudo immediatamente e senza possibilità d'errore eventuali contraddizioni. E così si impara ad usarlo, ci si affeziona, ci si esercita in questo dialogo prima con se stessi e poi con gli altri, si ammettono più facilmente i propri limiti e le proprie pecche, o le proprie buone idee. Era quello che volevo dal dottorato. No, sicuramente non si può vivere solo di questo. Ma ci si può riempire bene, e proficuamente, il tempo che passa prima che ci incontreremo di nuovo in Italia, e parte del vuoto lasciato dalla vostra lontananza.

7 Comments:

  • Accetto tutto fuorché di essere chiamato genio, che non è la parola adatta, per carità. Sono solo un appassionato.

    By Blogger Daniele Avitabile, at 1:07 PM  

  • Era nell'aria.Una carriera sui campi di calcio quasi sicura abbandonata;pallavolista di futuro avvenire;cantante e chitarrista di assoluto valore.Tutti giu'.L'anima si apre alla voglia del sapere e ti trascina via.Diventi avido di nuove prospettive mai conosciute, mettendoti in gioco ogni volta che hai il sentore di un nuovo teorema.E non girarti indietro verso i tuoi affetti piu' cari...sono sempre con te.Non sono scritte melodrammanti e vi assicuro che lo conosco bene "ildaniel".E siccome tu elogi tutti a dovere,non adombrarti se per una volta scrivo un testo che potrebbe sembrare smielato e che invece non lo è.TU sei così e mi gonfio il cuore ad averti come amico(spero).Vogliamo firmare con ANONIMO?? Ma si ,proviamo.

    By Anonymous Anonimo, at 1:18 PM  

  • Ragazzi, non costringetemi a chiudere il topic.

    By Blogger Daniele Avitabile, at 3:10 PM  

  • Complimenti!

    P.S. Spero che le domande degli studenti siano NIENTE affatto banali...

    By Anonymous Anonimo, at 3:36 PM  

  • Ops... mi è sfuggito nella tastiera, ti assicuro... anzi, ora lo correggo...

    By Blogger Daniele Avitabile, at 3:41 PM  

  • A... "beautiful mind"!

    ... sbaglio o ancora non mi hai dimostrato la reale esistenza di un certo ragazzo giordano che riferivi transitare (addirittura abitare) per un breve periodo di tempo nella tua vecchia casa, ma che non ho mai conosciuto e di cui non ho sentito parlare altri che te?

    P.S. stringa: "rucopran" (facile)
    parole: procuran (licenza poetica), ...

    By Anonymous Anonimo, at 9:57 PM  

  • Dany,ci sono riuscita anch'io a scriverti! Sono nonna,si nonna Fiorenza.Oggi sono doppiamente felice:1)sono stata a vedere casa di Valy. 2) Ho letto un pò di posta sul Blog che mi ha riempito di felicita' nel saperti così preso dai tuoi studi e saperti cuoco provetto.In gamba e tanti baci.

    By Anonymous Anonimo, at 3:14 PM  

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