Dasvideniel: ildeniel e i russi di Guildford

mercoledì, dicembre 14, 2005

E quattro

Alla fine di una giornata interminabile, trovare la forza e il coraggio di ritornare ancora a Londra. Perdersi a Chinatown, vicino Leicester Square, passeggiare in rigoroso silenzio per la città illuminata, ribattezzare i ponti sul Tamigi, entrare in un wine bar vicino St.Paul, soffermarsi per un'ora su un grosso bicchiere di Pinot Nero della Borgogna, centellinarlo, prendere in considerazione di iniziare un corso per principianti sommelier, no, facciamo uno di tango, no facciamo che da domani ricomincio a lavorare a pieno ritmo che è meglio, vabbè, dopo Natale, no no no, dopo il diciotto dicembre, che avrò ancora tre giorni di solitudine a Guildford prima del ritorno, Ciao mamma, come stai? Io sto a Londra. Sì, pure oggi. Sì, faccio presto. Ti ricordi che torno il ventuno? Un bacio a tutti.

Voglio vederti danzare
come le zingare del deserto
con candelabri in testa
o come le balinesi nei giorni di festa.
Voglio vederti danzare
come i Dervisches Tourners
che girano sulle spine dorsali
o al suono di cavigliere del Katakali.


Caro Battiato sei sempre il migliore. Quando Domenica sera ballavamo come pazzi non ho avuto il tempo di ricordarmi di questo brano. Forse perché una parte di me cerca di rimuovere Battiato come autore. Nel silenzio assoluto tornare a Guildford in treno, fermandosi in quindici stazioni. E stamattina, fare colazione con tè, pomodori, uova sode, toast, cetrioli, spremuta d'arancia. Con smisurata lentezza. Chiedersi qual è l'obiettivo della propria vita, girarsi di fianco, guardare fuori dalla finestra, rispondersi che per oggi, apprezzare il verde di quel filo d'erba può essere abbastanza. Sorry, no pictures avaliable.