Dasvideniel: ildeniel e i russi di Guildford

sabato, marzo 24, 2007

Degli eterni ritorni

Questa Stage Door è una delle canzoni più ispirate del Battiato post L'ombrello e la macchina da cucire. E descrive appieno il mio stato di tristezza totale.

Mi sembra di viaggiare
in zone rarefatte del pensiero,
dove si affina la mia disposizione a vivere
che si inebria di stili e discipline.
In un insieme
irridente di parche voglie,
celebro il mio vanto i miei sensi la mia unicità.

Furono giorni di stanchezza assurda e depressiva,
di una totale mancanza di lucidità.
Quando ti chiedi in qualche letto sconosciuto,
che cosa hai fatto e perchè vivi in tanta estraneità.

Sapessi che dolore l'esistenza
che vede nero dove nero non ce n'è.
Il fatto è che non posso più tornare indietro
che non riesco a vivere con te né senza di te,
credimi.

Ma io vorrei essere un'aquila
vedere il piano del mondo che inclina verso di noi
e le leggi che si inchinano
lanciarmi a inseguire il tuo deserto
e i poteri solenni
e le porte dorate
cominciare di nuovo il viaggio.

2 Comments:

  • caro blogger,

    mi permetto un commento che è un po' lanciare una palla in un campo minato.

    Stringono il cuore le parole di Franco con la tua premessa...se per tornare indietro intendi che non sarai più lo stesso sono d'accordo, ma se 'camminando' ti sei accorto che qualcosa dietro le tue spalle è importante, la tua vita è ancora lì e puoi scegliere di cambiare la direzione.
    La crisi per quanto amara, dolorosa, profonda, porta sempre con sé un'opportunità,

    un abbraccio

    z

    By Anonymous Anonimo, at 10:52 AM  

  • Caro z,
    le scelte che facciamo ci qualificano: più precisamente, il fatto che si prenda una direzione piuttosto che un'altra, ci rende classificabili, ci espone ad una inevitabile impopolarità. Il nostro cammino, come lo definisci tu, non è mai reversibile. Se si torna indietro, lo si fa su sentieri paralleli, con un bagaglio nuovo, con arrichita esperienza. Ma talvolta è l'inerzia che predomina e si soffre incondizionatamente: nello stato attuale come in quello passato, come nella proiezione di quello futuro. Per chi non sopporta i compromessi, o, come me, non è ancora maturo abbastanza per accettare che siamo forzati a fare compromessi, che compromettersi non vuol dire necessariamente degradarsi, per persone così, appunto, un cammino di sola insoddisfazione è viabile. Un cammino lungo il quale, in periodi predeterminati, ci si volta indietro, ci si osserva, ci si disprezza, è non solo plausibile, ma anche più facile a intraprendersi.
    Condivido appieno quello che dici sulla crisi. Le tue parole mi sono molto care.

    A presto.

    By Blogger Daniele Avitabile, at 12:41 PM  

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