Dasvideniel: ildeniel e i russi di Guildford

domenica, dicembre 18, 2005

Ritorno al brit jazz




Ieri sera, dopo lungo tempo, ho ascoltato un concerto jazz dal vivo. Il 606 è un jazz club londinese: ci si siede, si cena ed alle nove e trenta iniziano a suonare. Il menù, a dire il vero, è piuttosto ristretto. Per iniziare tagliatelle al sugo, non so come abbia fatto a fidarmi: scotte, il sugo insapore e acquoso, un disastro. Per fortuna poi la situazione è andata migliorando: filetto di salmone marinato con verdure, un Merlot decente, e dessert di cioccolato bianco e fondente con salsa (indovinate un po'??) di mirtilli. Sto diventando fan!! Alle nove il Matt Wates Sextet, a me sconosciuto prima di ieri sera, fa ingresso nella sala, piccola, luci soffuse, atmosfera intimissima. Uno dopo l'altro montano i propri strumenti; prima di iniziare, l'apprezzabile invito a spegnere i cellulari e a parlare molto piano durante la performance, se proprio si deve. Sax alto, tromba, sax tenore, piano, contrabbasso, batteria; molto diversi per età, tecnica, esperienza, stile, tocco. Suonano un be-bop brillante e carico, piuttosto caldo, nonostante si senta che siano tutti europei; tutte le loro composizioni originali (neanche uno standard, lodi lodi lodi) filano via fluidissime, sguscianti. Mi dovevo proprio riconciliare con questa musica, lo dovevo fare. Nel gruppo spicca il primo sax, Matt Wates, leader del sestetto e compositore dei brani, per la pulizia ed il controllo impeccabile, e soprattutto perché non si è mai perso un'improvvisazione altrui. Quando tocca agli altri, lui chiude gli occhi ed ascolta. Molto garbatamente. Il giovanissimo batterista, invece, anche se molto virtuoso, dà l'impressione di essere niente affatto dinamico, ma forse questa mia sensazione è dovuta anche al fatto che gli sedevo praticamente ad un metro di distanza, e copriva molto. Una piacevolissima serata, l'ennesima. Londra ci ha regalato un cielo bellissimo e, stamattina, un sole tiepido invernale. Questo post è stato scritto in realtà su carta, sul treno che da Gatwick mi sta riportando a Guildford, dove mi aspettano praticamente solo le mura di casa. Sasha, l'ultimo rimasto oltre me, parte questa notte. Tutti i miei coinquilini e la comunità russa sono partiti per le vacanze. Mi lasciano dopo dieci giorni densi di sensazioni ed emozioni forti. È per questo che, con la loro partenza (anziché con la mia, che arriverà solo Mercoledì) voglio salutarvi tutti ed augurarvi un buon Natale. Ci prendiamo una pausa fino al cinque di Gennaio, anche se non è escluso che mi trovi a scrivere qualcosa prima. Questo diario, dovrete ammetterlo, sarebbe molto più vuoto senza di loro, quindi, i prossimi giorni di silenzio sono tutti per loro. СЧАСЛИВОГО РОЖДЕСТВА.

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