Dasvideniel: ildeniel e i russi di Guildford

domenica, settembre 25, 2005

Appena ieri

sostenevo di non ricordare un film che mi avesse fatto paura. Citavo Lars Von Trier come film che mi aveva fatto stare male. Mi ero dimenticato che c'è un film che invece mi ha ispirato solo violenza. Il favoloso mondo di Amelie mi ha suscitato un sentimento di rabbia talmente forte che avrei tirato il telecomando contro il televisore... ma anche questa volta stavamo a casa di Arianna, quindi non era il caso. Ma oggi ho visto il film che si propone come sintesi dei due precedenti. L'ho ricevuto per regalo da Yongxia e oggi ho deciso di guardarlo. Ebbene sto scrivendo per esorcizzare questa voglia di tirarglielo dietro questo film. Altro che Amelie. C'è qualcuno di voi, nella blogosfera o al di fuori, che abbia mai visto Gli amanti del circolo polare? Vi prego rispondetemi, facciamo un gruppo d'ascolto, di mutuo soccorso, una cosa tipo alcolisti anonimi. Vi scongiuro, aiutatemi. Se volete ve ne parlo in un prossimo post.

8 Comments:

  • Mi piace che il primo commento sia tutto fuorché un commento genuino - ora inizia anche lo spam-blog... che schifo - la gente non ha proprio di niente da fare...

    Toniamo a noi - cosa c'é che non va con "Il favoloso Mondo di Amelie"? che problema c'é con questo film? C'é di molto, molto peggio a cui tirare il telecomando (e non solo).

    By Anonymous Anonimo, at 5:45 PM  

  • Amelie, come del resto la simpatica protagonista di questo film, è affetta da quella che io chiamo sindrome di Candy Candy. Queste storie dominate dal fatalismo insensato, queste protagoniste che vorrebbero tanto conquistare il proprio "lui" e che inesorabilmente fanno di tutto per far accadere il contrario. Queste simpatiche eroine che confidano nel proprio destino e che si abbandonano a speranze al limite della superstizione (tipo, nascoste in un cantuccio, dire "Se ora si volta e mi guarda allora mi ama e tutta la mia vita andrà bene, altrimenti vuol dire che non mi ama e tutto andrà male"), questo comodo adagiarsi sulle coincidenze del caso e soprattutto la riproposizione continua di figure di questo genere, talvolta quasi eroine nel film, mi s'aripropone, me s'arinfaccia, lo odio. E per di più, in questo film, ero sicuro sin dalla prima scena che lei alla fine SAREBBE MORTA. Che lei tutte le sue fantasticherie da dodicenne-Amelie mai cresciuta se le sarebbe portata nella tomba. E, almeno alla fine, ho goduto. Quando il camion le passa sopra proprio ora che il suo amato (da cui è sempre fuggita, aspettandolo seduta ad una sedia sul Circolo Polare Artico) sta per abbracciarla, ho goduto immensamente. Un finale alla Dottor Zivago, insomma. O forse più alla Città degli angeli. Ed infatti anche quando Meg Ryan spalanca le braccia all'aria mentre pedala su una provinciale americana e un autotreno la massacra, ho goduto. Eccome.

    By Blogger Daniele Avitabile, at 8:32 PM  

  • ...pensa che io c'ho sprecato anche i soldi del cinema...e non avevo quindi nemmeno un telecomando da lanciare!!!!!!!!

    By Anonymous Anonimo, at 3:37 PM  

  • Spero almeno tu fossi in buona compagnia, o che avessi un sonno tale da dormire. Che bello condividere la sfiga, sapere che non solo il solo ad aver sofferto per questo film!

    By Blogger Daniele Avitabile, at 5:49 PM  

  • Lars Von Trier è un grande ed Amelie divertente....e noi siamo ortogonali.

    By Anonymous Anonimo, at 10:28 PM  

  • Non so se sbaglio, ma i miei sensi di colpa mi fanno sentire un po' oggetto di questo tuo odio proiettato verso personaggi femminili che si caratterizzano per una passività fatalista, logicamente ingiustificabile...

    By Anonymous Anonimo, at 11:16 PM  

  • Carissimo anonimo, forse non si è capito abbastanza che Lars Von Trier è uno dei miei registi preferiti. Solo che obiettivamente "Le onde del destino" non è proprio uno di quei film che porteresti a casa della tua ragazza per vederlo un Sabato sera insieme ai suoi. Come ti sentiresti infatti quando in una delle prime scene lui le insegna l'amore (con dettagliato primo piano sulle intime fattezze del biondo operaio)? O quando lei con disinvoltura palpeggia un vecchietto sull'autobus (solo perché suo marito, il biondo operaio, glielo comanda dal letto su cui giace immobilizzato)? E comunque il film (che è interessantissimo, ribadisco, e di tutt'altro rango rispetto al Circolo Polare) è fatto per farti sentire a disagio, dalla prima all'ultima scena, e la protagonista Bess (che rievoca in me lo spettro di Tess dei Duberville di Hardy) è comunque una vittima VERA del bigottismo della sua comunità. Amelie, a confronto, è una mocciosa che gioca disgustosamente con il destino, e si meriterebbe la fine di Ana del Circolo Polare (sì, ho scritto bene, Ana con una "n").
    Detto questo, chi sei? Se sei nuovo di questo weblog mi fa molto piacere che abbia lasciato un messaggio, e ti invito a scrivere di nuovo, magari esponendo le tue opinioni in merito a Von Trier ed Amelie. Se invece sei percaso frutto di una goliardata di Davide, ed il tono del tuo topic me lo lascia presagire, ti faccio i complimenti perché, pur senza aver mai visto Von Trier, sei riuscito a farmene scrivere mettendo in luce tutte le caratteristiche più ridicole del mio parlare (tipo queste cacchio di parentesi tonde in ogni frase che in confronto Enrico Ghezzi alle tre di notte fa dei discorsi lineari e sensati) e mi duole ammettere che ci casco sempre, in un modo o nell'altro.
    Che altro? Cara Arianna, sai bene che posso incavolarmi a macchia di leopardo, per così dire, senza alcuna sovrapposizione. Da una parte la finzione cinematografica, dall'altra la vita vera. Vi prego, continuiamo questo topic!!

    By Blogger Daniele Avitabile, at 11:06 AM  

  • Ma forse potresti essere pure il Bianchetti...

    By Blogger Daniele Avitabile, at 11:08 AM  

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