Dasvideniel: ildeniel e i russi di Guildford

domenica, agosto 07, 2005

Pastiche mistico

Oggi, messa nella chiesa cattolica di S.Joseph a Guildford. Tutto è all'insegna della commistione tra anglicanesimo molto english style, carole natalizie, tradizione cattolica. Tutto molto strano. Ricevo un'accoglienza calorosa quando chiedo l'orario della prossima celebrazione ("Devi essere proprio fortunato a vivere a Roma, chissà quante volte sarai stato in Vaticano"). All'ingresso della Chiesa non c'è acquasanta, ma due contenitori: uno è pieno di ostie non ancora consacrate, l'altro è vuoto. Un cartello indica di usare la pinzetta apposita se si è intenzionati a ricevere la Comunione durante la Messa. Alla chitarra non il solito ex-scout dell'ultima ora, né fanciulle occhialute dalla voce tremula, ma una formazione di quasi professionisti: lui con una Martin dal suono inconfondibile, usa il finger-picking con disinvoltura suscitando in me una certa invidia. Lei voce impostata enfatizza ogni sua emissione vocale con ampi gesti della mano. Il coretto alle loro spalle se la cava. Nascosta dietro la porta a vetri della sagrestia si vede una batteria. Il prete inizia la sua omelia sul miracolo della camminata sull'acqua parlando della sua prima esperienza su un hovercraft, che gli ha permesso di guadagnare un sacco di tempo rispetto al solito traghetto sulla Manica (miracoli della tecnologia), poi si riprende ("Ma Matteo sicuramente non si riferiva a questo tipo di miracoli"). Di contrasto allo stile molto progressive, la gente si inchina e si segna più del necessario, e all'Elevazione la campanella scandisce i tre tempi della nostra concentrazione. Alla Comunione uno stuolo di sei persone si avvicina all'altare. Due daranno l'ostia consacrata, gli altri quattro si disporranno simmetricamente intorno per distribuire il vino: porgeranno il calice, aspetteranno che ciascuno beva una goccia di vino consacrato, poi poseranno il fazzoletto sul bordo del calice, e lo terranno fermo imprimendo una leggera rotazione in senso orario ed antiorario al calice. Le preghiere dei fedeli sono praticamente spontanee e si citano nomi propri di persona ("Preghiamo per Roberto Rossi che ha avuto l'influenza, e per Giacomo Verdi che ha perso un suo caro parente"). La gente canta partecipe fino alla fine della Messa, ed il celebrante ci aspetta all'uscita per accomiatarsi personalmente, e per coccolare i bambini che passano di lì e le signore più anziane. Mi aveva praticamente obbligato a parcheggiare la bicicletta quasi dentro la chiesa, per evitare che la rubassero. Si avvicina e mi tende la mano. Chissà che direbbe Benedetto XVI. Devo ancora leggere Le ceneri di Angela.